Progetto Paduli Infocircle
Percorso Ciclopedonale
Anno: 2013
Luogo: SAN CASSIANO (LE)
Cliente: Comune di San Cassiano
Il progetto di questo itinerario nasce con l’obbiettivo di “integrare” architettura, storia, cultura popolare e paesaggio in un unico piano di valorizzazione attraverso un percorso CICLO-PEDONALE di viaggio all’interno del territorio comunale, fra il centro urbano -la piazza della Chiesa dell’Assunta, spazio di convergenza di diversi percorsi viari, Piazza Cito, il cuore del centro urbano, e Vico Fosso la parte più antica- e la campagna –i Paduli, un’immensa distesa di ulivi secolari- .
Seguendo il percorso, si è mossi dall’impulso curioso al viaggio, all’osservazione, al racconto di antichi paesaggi agricoli, spesso arditi, aspri e complessi, alternati e ritmati dalle tracce che la storia della città ha disegnato sul territorio. Si parte da una necropoli che ha origine nel IV secolo passando per una cripta basiliana del XI secolo, dal Palazzo Ducale, residenza settecentesca, oggi sede del Municipio in pieno centro urbano a una cappella ottocentesca, fino ai resti di un antico bosco di querce. La connessione di questi frammenti urbani, con le loro intrinseche relazioni e sedimentazioni, è diventata lentamente il progetto.
Il percorso si estende per circa 1,8 chilometri attraversando diversi tipi di paesaggio da quello agricolo e naturale a quello urbano e storico: dai declivi dell’antico Bosco di querce (Bosco Maramonte, punto panoramico e accesso privilegiato ai Paduli), agli uliveti secolari della “Vecchia via dei ladri”, dagli estesi campi di “gariga” alle Case Minime (sede del Laboratorio Urbano sulla mobilità lenta e il territorio), dal “fosso” (il luogo di più antica memoria nel centro del paese) passando per Piazza Cito fino a culminare nella necropoli basiliana risalente al IV – XI secolo nella Piazza della Chiesa dell’Assunta.
Il percorso diventa il luogo dove si conservano, tutelano, raccolgono, divulgano e si rendono accessibili tutti i beni sia materiali (boschi, uliveti, cripte, masserie, piazze, spazi di servizio) che immateriali del territorio (racconti orali, ricerche di natura storica, archeologica, architettonica, antropologica, sociologica, agraria, prodotti all’interno delle attività laboratoriali LUA dal 2003-2009) proponendo così al fruitore un inedito percorso conoscitivo ragionato ed esplicativo.
I’itinerario sperimenterà due aspetti tra loro connessi:
il primo riguarda la viabilità attraverso: la trasformazione dell’intero percorso in una “zona 30” (uno spazio dove il limite di velocità consentito è di 30 km/h invece dei 50 Km/h garantendo un aumento della sicurezza stradale e una migliore convivenza tra mobilità veicolare e quella ciclopedonale, facilitando il percorso casa-scuola) e il recupero di 4 luoghi significativi da destinare alle attività di valorizzazione e all’accoglienza (la Piazza dell’Assunta, Piazza Cito, Case Minime – Laboratorio Mobilità, Bosco Maramonte – Porta del Parco),
il secondo, è un programma più generale di comunicazione volto alla realizzazione di un museo virtuale all’aperto . Il museo, che si sviluppa lungo tutto il percorso, vuole essere un’entità immateriale e permanente, al servizio della comunità e del suo sviluppo. Uno spazio all’“aperto” e aperto, che al tempo stesso mette in rete e valorizza le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; che le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone ai fini di studio, educazione e diletto. Si è pensato a un museo virtuale, perché siamo certi che attraverso i sistemi multimediali, si possa maggiormente coinvolgere l’abitante e il turista nella lettura della città e del paesaggio, attraverso una navigazione a più livelli, per contenuti, contribuendo a contestualizzare i “beni del territorio” in una rete di valore e di relazioni logiche e cronologiche.
A tal fine si è predisposto un complesso sistema di comunicazione realizzato mediante pietre miliari “info-circle”, essi oltre a costituire i punti di accesso al museo virtuale attraverso il qr-code, segnalano i luoghi di particolare intere paesaggistico, consentendo di prendere per mano il visitatore introdurlo in una struttura narrativa che lo accompagna dal centro fino alla porta dei “Paduli”.